Carrello vuoto

Putti e Ghirlande Maratta

Poster: Maratta: Putti e Ghirlande - cm 80x60
  • Poster Maratta Putti e Ghirlande - cm 80x60

Codice Dimensioni in cm Grammatura
per mq
Prezzo
Q.tà
ordine
Foglio
P517 100 70 290 9,30
P517S 80 60 300 8,00
P517Z 140 100 1280 45,00

Putti e Ghirlande Maratta - Carlo Maratta (o Carlo Maratti) (Camerano, 15 maggio 1625 – Roma, 15 dicembre 1713) è stato un pittore italiano.
  
Appena undicenne entrò nella bottega romana di Andrea Sacchi, dove vi restò fino al 1636; dal maestro fu introdotto alla pittura di rigorosa accademia sulle orme auliche dei Carracci, in particolare di Annibale. La sua cultura artistica si formò anche sugli esempi dei bolognesi, in particolare Giovanni Lanfranco e Guercino.
 
Nei fatti fu il vero fondatore di quell'Accademia romana che impose un indirizzo classicheggiante alla cultura del secondo Settecento. L'artista non si allontanò mai da Roma se non per due viaggi nelle Marche (1648-50 e 1672). Della produzione anteriore al 1650 restano un affresco in San Giovanni in Fonte a Roma, condotto su cartone del Sacchi, una pala d'altare dipinta per Taddeo Barberini e destinata a Monterotondo, anch'essa di gusto sacchiano, e una pala a Camerano, con un riferimento a Tiziano, che aveva conosciuto direttamente dalle opere di Ancona, combinandolo con versioni della pittura bolognese, specialmente dell'Albani.
La pittura del Maratta fu celebrata da Giovan Pietro Bellori che ne elogiava la grazia e la purezza di composizione, mentre in seguito alle lodi dei neoclassici si alternarono giudizi severi.
  
Nel periodo 1653-1555, il dipinto dedicato a Santa Rosalia, a Firenze, in Palazzo Corsini, segna un accostamento al Lanfranco, che diventa molto più evidente nel quadro con Sant'Agostino per Santa Maria dei Sette Dolori.
 
Per commissione del senese Papa Alessandro VII gli fu affidata la decorazione della cappella del Crocifisso, un quadro per Santa Maria della Pace, e due dipinti per la cappella Chigi del Duomo di Siena.
 
Della successiva attività sono da ricordarsi, a Roma, le grandi pale per Santa Croce in Gerusalemme, per Santa Maria del Popolo, Sant'Andrea al Quirinale, San Carlo al Corso, Santa Maria degli Angeli e i monocromi eseguiti nella Stanza di Eliodoro in Vaticano che attestano come, attorno al 1670, fosse ormai considerato o come uno dei primi pittori in Italia.
Le grandi decorazioni per Palazzo Altieri e San Pietro in Vaticano a Roma, e per il duomo di Urbino costituiscono una novità nel campo delle decorazioni scenografici, diverse da quelle barocche, ad es. di Pietro da Cortona, volte invece a un'interpretazione aulica, come quelle coeve, in Francia, di Charles Le Brun.
Di lui restano anche interessanti disegni a Vienna, Firenze, Roma, Copenaghen.
 
Fu un grande ritrattista, attento alle raffinatezze del colore. Sono da ricordarsi il ritratto del Papa Clemente IX alla Pinacoteca Vaticana, al cardinale Cybo a Marsiglia, il ritratto di Andrea Sacchi al Museo del Prado di Madrid, il ritratto al cardinale Antonio Barberini, a Palazzo Barberini in Roma, il ritratto alla figlia Faustina alla Galleria Corsini di Roma, un Autoritratto al Musées Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles, al Conte Spencer a Northampton (Inghilterra).
 
In quest'ultimo paese godette di grande rinomanza e fu ammirato da Sir Robert Walpole, che fu collezionista delle opere del Maratta. Negli ultimi anni si era ritirato a vivere a Genzano di Roma, in un palazzetto rococò di cui era stato anche architetto. Il tentato ratto di Faustina, ad opera del signore di Genzano Giangiorgio Sforza Cesarini, nel 1703, lo costrinsero a lasciare la cittadina sui Colli Albani per stabilirsi definitivamente a Roma, dove morì nel 1713. È seppellito nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma.
 

*** ***