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Astratto verde Dorazio -
Piero Dorazio (Roma 1927 - 2005)
Frequenta lo studio del pittore Baldinelli insiene con Perilli nei primi anni '40 e lo studio di Guttuso alla fine del decennio. La sua pittura presenta precocemente afferenze dalle linee-forza futuriste, dal cubismo e dal concretismo. Nel 1947 è tra i fondatori del Gruppo Forma 1 con Perilli, Accardi, Attardi, Sanfilippo e Maugeri. Con Guerrini si trasferisce a Parigi: grazie a Severini frequenta i colleghi francesi e partecipa al 1° Congresso internazionale dei critici d'arte. Dipinge quadri astratto-geometrici con riferimenti a Magnelli.
Nel 1950 si stacca da Forma 1 aderendo con Perilli e Guerrini al gruppo "Arte concreta". Apre la galleria-libreria 'L'Age d'or', luogo d'incontro per artisti e sede di divulgazione dell'astrattismo. Nel 1951, su invito di Fontana, realizza con Perilli e Guerrini pitture murali alla Triennale di Milano. Partecipa alla sua prima Biennale di Venezia su invito di Prampolini nel 1952. Nasce la Fondazione Origine dalla fusione del gruppo di Age d'or con il gruppo Origine di Ballocco, Burri, Capogrossi e Colla. Dorazio organizza la mostra "Arte astratta italiana e francese" alla galleria nazionale d'arte moderna di Roma, in collaborazione con l'Art Club. Introduce i primi segni colore nelle stesure piatte ordinate geometricamente.
Soggiorna per un anno a New York, su invito dell'Università di Harvard.
Nel 1955 espone con Perilli alla Galleria delle Carrozze in una mostra d'arte programmata dal titolo "Colore come struttura". Espone alle Biennali del 1956 e 1958. Prima personale nel 1957 alla galleria La Tartaruga di Roma. Lavora ai reticoli cromatici. Dopo una sperimentazione sulle superfici monocromatiche, nel 1960 partecipa a "Monochrome Malerei" a Leverkusen, a cura di Udo Kultermann e allestisce una sala alla XXX Biennale.
Insegna per un decennio all'Università di Pennsylvania a Filadelfia. Ampia rassegna al Kunstverein di Düsseldorf nel 1961, presentata da K.H.Hering e W.Grohmann. Inizia ad esporre alle gallerie Marlborough di Roma e Londra. Nella prima metà degli anni '60 realizza composizioni geometriche su ampi schemi liberi, a stesure di colori piatti. Sala personale alla Biennale del 1966 con opere monocrome su fondo grezzo. Dalla seconda metà degli anni '60 lavora a situazioni formali dinamiche racchiuse in griglie orizzontali. Dai secondi anni '70 infittisce il tessuto di minimi tracciati ancora ad andamento orizzontale di segno-colore.
Nel 1970 cura la retrospettiva di Rothko alla Biennale di Venezia. Dalla metà degli anni '70 vive a Todi dove allestisce una retrospettiva di opere dal 1946 al 1975, con testi di M.Volpi Orlandini e L.Caramel. Espone alla galleria Emmerich di New York. Sala personale alla Biennale del 1988. Personali a Grenoble e Bologna nel 1990. A. Zevi presenta la retrospettiva alla Loggetta Lombardesca di Ravenna, G.De Marchis al Museo Seibu di Tokyo nel 1985.
Intenso il curriculum espositivo nelle gallerie private.